Dai soci fondatori MARCO MANCINI TIZIANO CAPECCHI MARCO BURALI (MTM) nasce il nome di questo Osservatorio, dalle iniziali dei nostri nomi di battesimo, un incontro casuale nel 1998 durante una serata pubblica organizzata da una associazione, dove una semplice chiaccherata si è ben presto trasformata in un rapporto stretto tra queste 3 persone. La scintilla che ha fatto scattare il progetto dell'MTM è stata la stanchezza nel montare e naturalmente nello smontare strumenti già molto validi e impegnativi per passare serate osservative e coltivare una passione occasionale. Così decidemmo di prendere in considerazione la costruzione di una struttura permanente che ci permettesse di divertirci senza fatica e in qualunque periodo dell'anno.
L'abilità di Tiziano Capecchi, ( che ha messo a disposizione una piccola fetta di terreno nei dintorni di casa sua) nel progettare la struttura è stata fondamentale perchè concepita con criterio e semplicità, estremamente efficace e funzionale dotata di tutti i confort necessari per ben lavorare, in piena armonia e divertimento, oltre ad essere fino ai giorni nostri un punto di riferimento per molti appassionati di astronomia. Marco Mancini è colui che ha una passione sfrenata per gli strumenti TAKAHASHI, grazie a questo possiamo disporre di ottiche di gran livello. Marco Burali era astrofotografo da campo, perciò la scelta di lavorere in postazione fissa fu all'inizio un po' sofferta ma sicuramente ben ripagata. Già, il segreto del nostro successo, è che fin da subito la regola che governa le nostre attività, è semplicemente che siamo un gruppo di lavoro non una associazione pubblica, perciò le regole che noi abbiamo fissato, non sono vincolanti a terzi.Stabilimmo subito che ognuno di noi avesse delle responsabilità ben precise in modo da essere tutti utili e con compiti ben precisi per non creare tensioni o discussioni.
Questo ci permette di lavorare in grande libertà e autonomia, ciò che conta è il divertimento, e sembra che sia una mentalità che contagi moltissimo. Infatti chiunque può venire in osservatorio, la porta è sempre aperta senza pregiudizi ne riserve. In poco tempo, grazie anche ai risultati ottenuti nelle immagini realizzate, si sono uniti a noi molti bravi astrofili, che con entusiasmo aiutiamo a crescere nel comprendere le insidie della ripresa CCD e nei successivi trattamenti, che si avvalgono di regole tecniche ben precise, che per noi sono alla base di buone riprese. Un discorso a parte lo merita una persona speciale, che definire capace è veramente poco. Si tratta dell'amico Pietro Maiarelli, che ci raggiunge dalla non vicina Viareggio, una persona che si è occupata con passione e sacrificio, di mettere a punto tutta la parte informatica dell'osservatorio, nonché di rendere le 3 postazioni completamente controllabili da computer, un lavoro veramente bello e funzionale. Inoltre le sue capacità nell'insegnare i programmi di trattamento immagine in maniera matematica (MAXLIN-DL)è stata determinante per Marco Burali, che con passione e sacrificio è riuscito a cogliere e capire la maggior parte dei potenti algoritmi forniti da tale programma, e grazie a questi è possibile sintetizzare il segnale ripreso in maniera molto efficace e redditizia.
Oggi molti giovani neofiti ci chiedono aiuto per coltivare la loro passione, e noi siamo onorati di dire a loro ciò che ci è stato insegnato, perchè l'astronomia amatoriale è per prima cosa passione e divertimento. Per la parte puramente tecnica che riguarda l'osservatorio vi rimandiamo all'apposita finestra che descrive errori fatti, ma anche molti successi.
Quando fu costruito l'osservatorio MTM il solo scopo (era il 1999) quello di poter osservare il cielo in piena comodità, ma con la consapevolezza che in un futuro prossimo sarebbe diventato una buona postazione di ripresa. Data l'ubicazione del sito, che si trova al ridosso della città di Pistoia, in Toscana, in una pianura con un disturbo non troppo elevato (a est si trovano le città di Prato e Firenze) ma tutto sommato accettabile (visibile in alcuni casi la Via Lattea estiva allo Zenit) decidemmo di costruire la struttura di 36 metri quadri, divisa in 2 parti , entrambe di 18 metri quadri. Una parte adibita a luogo di accoglienza dotata di un grosso banco da lavoro e attrezzata con tutti confort (sedie, computer, internet, scaffali, riscaldamento, condizionamento, e tutto il necessario per una piccola ristorazione).
Divisa da una grossa vetrata dotata di tende spesse per evitare il filtraggio di luce, la seconda parte riservata esclusivamente alla parte strumentale e al tetto scorrevole. Le parti sono unite da 2 porte laterali a soffietto. Questa parte fu progettata per accogliere 2 postazioni distanziate di circa 3 metri, in modo da poter osservare in tutta comodità. Le colonne di supporto strumenti furono costruite da una ditta metalmeccanica e lavorate a macchina a controllo in base alla montatura utilizzata. I basamenti di tali colonne sono in cemento armato, progettate nelle loro dimensioni per evitare oscillazioni o vibrazioni che possono essere create da una vicina linea ferroviaria, perciò per il disegno, Tiziano Capecchi scelse una struttura a tronco di piramide con una base di ben 100x100 cm e un'altezza all'incirca di 80cm all'interno della quale fu inserita l'armatura con l'ancoraggio per le colonne. Una postazione era equipaggiata con una montatura di alto livello, nello specifico una A.P 1200 GTO che portava uno strumento TAKAHASHI MEWLON da 300mm a f11.8 strumento dedicato all'alta risoluzione planetaria e lunare, magnifico per osservazioni di dettagli fini. L'altra postazione era dotata di uno strumento MEADE LX200 da 300mm a f10 su testa equatoriale, perciò la scelta era di primo livello, parlo di Novembre 2000, anno di inaugurazione dell'osservatorio.
Questo fu la base di partenza, naturalmente negli anni successivi siamo passati dall'osservazione alla ripresa planetaria, con un discreto successo, ma naturalmente eravamo molto ignoranti in materia di acquisizione e trattamento, inoltre decidemmo di mantenere una postazione (LX200) per l'osservazione (in particolare Tiziano Capecchi) non molto propenso alla ripresa digitale. Dopo una fase di stallo nello sviluppo della strumentazione Marco Mancini decide di comprare una camera CCD nello specifico una Apogee AP 261E da accoppiare al MEWLON a piena focale (3570mm) che naturalmente ci ha creato molti problemi, soprattutto perchè eravamo completamente all'oscuro di come si eseguivano tutte le calibrazioni sia di messa a fuoco che di integrazione con vari filtri. Per la guida attrezzammo lo strumento con un Takahashi FS 78 dotato di autoguida SBIG STV un lusso in quei giorni.
Dopo vari tentativi con molti insuccessi ci fu una svolta a mio parere decisiva. Con l'aiuto di 2 amici molto abili nella ripresa con CCD ci fu illustrato come si ottiene una buona ripresa, e naturalmente anche seguendo indicazioni trovate in rete, usare i calcoli matematici per ottenere buone accoppiature strumento-ccd in modo da massimizzare il sistema. Eravamo ancora lontani ma la strada era tracciata, la decisione di passare al DEEP-SKY era presa, perciò Marco Mancini ruppe gli indugi e decise di vendere il MEWLON, grande strumento, ma solo planetario, e rimpiazzarlo con quello che a mio avviso è uno dei tubi ottici più riusciti in assoluto; si tratta di un RITCHEN- CHRETYEN TAKAHASHI FRC 300 F 7.8 astrografo per eccellenza dotato di ottiche ottimamente lavorate e completamente spianate grazie ad un correttore gigantesco, in più fu comprato il rifrattore FSQ 106 f5 astrografo apocromatico per eccellenza corretto per grandi formati grazie allo schema PENZWAL a 4 lenti. Con tale strumentazione era difficile la scelta dei sensori di ripresa, ma la scelta cadde sulle camere SBIG ST10, alta efficienza e grande risoluzione, poi sistemi di focheggiatura elettrici dell'americana FLI , come pure le ruote porta filtri, i filtri sono della tedesca ASTRONOMIK filtri che accoppiano una buon rapporto prezzo-prestazioni. Così equipaggiati dopo aver messo a punto la postazione (FSQ in parallelo) e il sistema di autoguida, abbiamo ottenuto buoni risultati ma certamente ancora molto lontani dai giorni nostri, ma comunque incoraggianti. Nel frattempo concordammo con Tiziano Capecchi la rimozione dell'LX200, ormai da molto tempo poco operativo, questo per far posto ad una seconda postazione di ripresa, ma comunque a fianco dell'osservatorio abbiamo piazzato una colonna da usare per osservazioni occasionali con questo LX200 utilizzato in modalità altazimutale molto comoda e funzionale. Continuando a riprendere con una postazione, decidemmo di dotare la seconda postazione di una nuova montatura.
La scelta non era semplice ma decidemmo di acquistare una montatura equatoriale costruita da FRANCO BELLINCIONI. Grazie ai suoi consigli la scelta cadde su un modello ALFA configurata con un sistema di puntamento attivo SKY SENSOR 2000PC utilizzato ancora oggi. Visto il trend positivo nell'apprendere nozioni di imaging astronomico, Mancini decise di coronare il suo personale sogno, ovvero prendersi l'astrografo per eccellenza , a mio avviso il migliore al mondo, ossia un TAKAHASHI BAKER RITCHEN-CHRETYEN 250 (BRC 250 F5) strumento estremamente luminoso e finemente lavorato (2micron sul piano focale e 10 al bordo con un cerchio di immagine di ben 90 mm). Nell'attesa di mettere a punto la seconda postazione, ci accorgemmo che con le camere ST10 montate sia su FRC300 che su FSQ106, non erano molto funzionali per le nostre esigenze. Per FSQ 106 poteva andar bene come risoluzione, ma l'estrema efficienza e il blooming ci costringeva a tempi piuttosto brevi, riducendo la dinamica in maniera molto drastica. Per la FRC poi c'era il problema della turbolenza atmosferica che ci costringeva con una focale di 2350mm a lavorare in binning 2x2 amplificando così i problemi prima descritti. Stanchi di combattere con la focheggiatura, fu deciso di vendere una ST10 e comprare una camera con pixel più grandi in grado di garantirci una buona risoluzione di ripresa in base al nostro seeing, ma soprattutto con una grande capacità di raccolta di fotoni. La scelta cadde su una FLI IMG 1001E dotata di un CCD KODAK KAF di 24.7x24.7 mm con pixel da 24micron e risoluzione di 1024x1024 pixel,con una FWC di ben 500 elettroni.
Questa accoppiata si dimostra vincente ancora oggi, soprattutto perchè il sensore è molto sensibile e con tale capacità possiamo esporre moltissimo (anche 60minuti secondo il filtro)aumentando il rapporto segnale-rumore a valori di eccellenza, inoltre la camera dispone di un ottimo sistema di raffredamento a doppio stadio che garantisce -50 gradi rispetto all'ambiente. Sistemata la seconda postazione con la BRC e la montatura ALFA SS2000PC ed escludendo da subito l'uso della ST10 rimasta, concordammo di prendere una camera onesta ma molto efficace, si tratta della STARLIGHT-XPRESS SXVF-H16 dotata di sensore interlinea di 2048x 2048 con pixel di 7.4 micron, area sensibile di 15.15x15.15mm, che si dimostrò subito molto divertente grazie anche all'ottimo sistema antiblooming. Per quanto riguarda il sottoscritto (Marco Burali) presi la decisione di cessare la mia attività sul campo, perciò proposi ai colleghi MANCINI e CAPECCHI di costruire una terza colonna in modo da operare dall'osservatorio in maniera permanente. Disponendo di un grande rifrattore apocromatico sempre TAKAHASHI nello specifico un TOA 130 F 7.7 ci chiedemmo come impiegare tutto questo ben di dio, e dopo circa un anno di prove e controprove ci siamo sistemati a dovere. Il sistema di lavoro da seguire era di utilizzare informazioni provenienti da diversi strumenti e combinarle insieme, un sogno da realizzare solo in postazione fissa e con adeguati filtri.
Perciò decidemmo di montare il TOA 130 in parallelo alla FRC300 e usarlo con la SXVF H16 per l'informazione RGB e non solo, alla FRC è riservata solo la luminanza con filtri interferenziali montati su ruota portafiltri FLI 7 posizioni. Per la BRC il lavoro era quello di utilizzare un grosso formato, quindi la scelta del CCD cadde sempre su una camera STARLIGHT-XPRESS ma sul modello SXVF-H35 dotata di sensore in formato fotografico KAI 11000 24X36mm ed equipaggiata con ruota portafiltri FLI 7 posizioni. Per quanto riguarda l'FSQ 106 una volta venduta la seconda ST10 è stato piazzato sulla terza postazione su una montatura (la seconda) BELLINCIONI ALFA SS2000PC, e dopo un breve periodo di lavoro con un CCD SXV-H9 ora opera con una seconda SXVF-H16 molto efficiente e facile da usare accoppiata ad una ruota TRUE TECNOLOGY da 8 posizioni. Grazie a collega PIETRO MAIARELLI tutto questo è stato accoppiato a ben 4 computer completamente indipendenti che gestiscono tutto in maniera remota (non da casa).
POSTAZIONE N°1
COLONNA IN ACCIAO LAVORATA A MACCHINA CNC MONTATURA ASTRO-PHYSYCS 1200 GTO ASTROGRAFO TAKAHASHI FRC 300 F 7.8 RIFRATTORE APOCROMATICO TAKAHASHI TOA 130 F7.7 – F5.8 CCD FLI -IMG 1001E x FRC 300 CCD SXVF-H16 x TOA 130 GUIDA FUORI ASSE AUTOCOSTRUITA 2 uscite con SENSORE SXVF-M7 + SXV AUTOGUDER controllato dalla H16 FOCHEGGIATORE FLI PDF da 3 POLLICI x FRC RUOTA PORTAFILTRI CFW 7 POSIZIONI da 2 POLLICI x FRC FOCHEGGIATORE DF2 da 2 POLLICI TOA 130 RUOTA PORTAFILTRI CFW5 da 2 POLLICI TOA 130 FILTRI INTERFERENZIALI; CLS-CCD H-ALFA 6nm OIII 10nm SII 10nm H-BETA 12nm FILTRI RGB standard + IR-CUT
POSTAZIONE N°2
COLONNA IN ACCIAO LAVORATA A MACCHINA CNC MONTATURA BELLINCIONI ALFA SS2000PC ASTROGRAFO TAKAHASHI BRC 250 F5 RIFRATTORE ACROMATICO TS 100 F7 guida CCD SXVF H35 x BRC GUIDA FUORI ASSE AUTOCOSTRUITA dotata di sensore SXV AUTOGUIDER SENSORE SXV AUTOGUIDER montato sul rifrattore di guida FOCHEGGIATORE FLI PDF da 3 POLLICI RUOTA PORTA FILTRI CFW 7 POSIZIONI da 2 POLLICI FILTRI CLS-CCD H-ALFA 13 nm RGB+ IR-CUT
POSTAZIONE N°3
COLONNA IN ACCIAO LAVORATA A MACCHINA MONTATURA BELLINCIONI ALFA FS2 30V MOTORI ESCAP ASTROGRAFO TAKAHASHI FSQ 106 F5 RIFRATTORE SW 80 ED F 7.5 guida CCD SXVF-H16 + SXV AUTOGUIDER x guida RUOTA PORTAFILTRI TRUE TECNOLOGY 8 POSIZIONI da 31.8 FILTRI H-ALFA 13nm IR-CUT RGB OIII 12nm TUTTI I FILTRI ELENCATI SONO DELLA TEDESCA ASTRONOMIK P.S PER IL FUTURO è POSSIBILE CHE LA POSTAZIONE 3 VENGA MODIFICATA ED EQUIPAGGIATA CON UNO STRUMENTO ANCORA PIU' LUMINOSO